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Caruso, Corelli, Di Stefano – Miti del canto italiano

Online dal 2 agosto su italiana.esteri.it e teatroallascala.org

la mostra virtuale sui tre grandi tenori italiani

di cui ricorrono i centenari, un’iniziativa del Ministero degli Affari Esteri

e realizzata dal Teatro e dal Museo Teatrale alla Scala

Cent’anni fa, nel 1921, moriva a Napoli Enrico Caruso, uno dei cantanti più celebri della storia. In quello stesso anno nascevano due dei tenori di riferimento del secolo scorso: Giuseppe Di Stefano e Franco Corelli, che alla Scala sono stati protagonisti di alcuni spettacoli leggendari.

I centenari costituiscono l’occasione per ricordare tre artisti che hanno rappresentato e diffuso la cultura italiana nel mondo traghettando nella modernità il mito ottocentesco del tenore attraverso una mostra virtuale, visitabile da remoto. “Caruso, Corelli, Di Stefano – Miti del canto italiano” è un’iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è prodotta dal Teatro alla Scala e realizzata dal Museo Teatrale alla Scala e sarà accessibile online su italiana.esteri.it, il portale del Ministero degli Affari Esteri dedicato alla promozione della lingua, della cultura e della creatività italiana nel mondo, e sul sito del Teatro alla Scala teatroallascala.org da lunedì 2 agosto 2021, centenario della morte di Caruso a Napoli, per la durata di un anno. La mostra è curata dal critico musicale Mattia Palma.

La Farnesina prosegue il suo impegno nella diffusione della cultura italiana nel mondo, insieme al Teatro alla Scala che con le sue 161 tournée per 896 aperture di sipario in quattro continenti dal 1878 al 2020 e la forza di una storia nota a livello planetario è da oltre due secoli tra i più efficaci ambasciatori dell’arte e dell’eccellenza del nostro Paese. L’opera italiana, veicolo privilegiato della lingua italiana a livello internazionale, si è affermata anche attraverso le figure leggendarie dei grandi cantanti che hanno raggiunto una popolarità universale. Proprio per raggiungere un’audience globale e farsi veicolo delle iniziative culturali del Ministero in diversi Paesi con il sostegno delle Ambasciate, dei Consolati e degli Istituti di Cultura la MOSTRA sarà in forma interamente virtuale e sarà visitabile gratuitamente in rete in diverse lingue.

La formula della mostra digitale riprende ed aggiorna lo spirito innovativo di Enrico Caruso, pioniere già alla fine dell’800 di registrazioni fonografiche che ne avrebbero sancito la leggenda mondiale, facendo ricorso anche oggi alle forme più avanzate della tecnologia e della comunicazione. Punto Rec Studio, Factory Multimediale per la cultura, l’arte e la musica con sede a Torino, ha realizzato uno spazio virtuale articolato in diverse sale che riproducono spazi reali del Teatro alla Scala, immediatamente riconoscibili a livello internazionale, inserendovi un allestimento architettonico virtuale progettato da Lorenzo Greppi (Studio Greppi). La mostra sarà articolata in diverse sale nelle quali il visitatore potrà muoversi liberamente e, tramite l’interazione con punti sensibili (hotspot), entrare nei temi e nei contenuti di ciascuna sezione, inclusi i video realizzati da Punto Rec attingendo a materiali concessi da Rai Teche e gli ascolti resi possibili dalla collaborazione con Warner Classics.

Il percorso espositivo inizia con la figura del grande Enrico Caruso, interprete sensibile e moderno, capace di cogliere i cambiamenti del suo tempo non solo perché espresse il cambio di sensibilità di un’epoca in cui l’eroismo tenorile ottocentesco cedeva il passo a interpretazioni più borghesi e intime, ma anche perché fu pioniere delle registrazioni discografiche incidendo, nel 1902, il primo 78 giri registrato in Italia ed avviandosi, così, a divenire la prima star discografica della musica italiana ed internazionale. La mostra prosegue con la presentazione delle figure e delle interpretazioni più importanti di Franco Corelli e Giuseppe Di Stefano che, accanto a Maria Callas, furono i protagonisti della scena lirica degli anni Cinquanta. Attraverso le testimonianze della stampa e delle fotografie di scena, questa sezione della mostra restituisce il clima artistico degli anni in cui la Scala e i suoi artisti erano portabandiera della ripresa italiana tra il dopoguerra e il boom economico. La mostra si conclude in modo spettacolare con il “concerto impossibile”, un’esibizione virtuale dei tre artisti che interpretano la stessa aria: “Vesti la giubba” da Pagliacci di Leoncavallo.